Se si cura una malattia si vince o si perde, se si cura una persona si vince sempre

( cit. Patch Adams )

Sono un entusiasta.
Mi sorprendo spesso a riflettere su quanto sia fortunato chi, come me, ogni giorno eserciti una professione con passione, amore, gioia e, spero in molte occasioni, portando al contempo un reale beneficio ad un’ altra persona.

La prima regola

“Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante m…a del mondo!” recita Brad Pitt nei panni di Tyler Durden nel cult movie Fight Club. Beh, sarebbe bello essere, canticchiando e danzando ogni giorno, anche, il nostro lavoro. Nasco come odontoiatra generale, nella orgogliosa consapevolezza che molte de l l e innovazioni della medicina sono legate a doppio filo con questa branca scientifica. Nelle fila dei miei colleghi ci sono alcune delle persone più geniali, creative, sensibili ed attente ai particolari che conosca.

Tra i primi ad utilizzare tecniche di anestesia moderne, i fattori di crescita ricavati dalle piastrine del sangue autologo, l’osteointegrazione, metodiche mini-invasive e di imaging digitale e 3D. Se ci pensate è incredibile come questa area medica, quasi completamente libero-professione, con finanziamenti pubblici o coperture assicurative private prossimi al nulla, sia invece riuscita ad incidere così tanto sulla salute pubblica. Cos’è che facciamo per avere questo enorme impatto sul sentirsi bene delle persone? Sono arrivato alla conclusione che la singola cosa importante su cui regge la mia professione è senza alcun dubbio la prevenzione.

Medicina o Commodity

Mentre le politiche sanitarie minavano la funzione fondamentale dei medici di medicina generale quali “medici di famiglia” che conoscono tutto di te, della tua storia, e che ti aiutano ad evitare prima, ed a curare poi, le malattie, l’intuizione degli odontoiatri è stata che “prevenire è meglio di curare”.

L’impegno profuso è stato vincente: oggi nella mia clinica, le persone vengono almeno due volte l’anno; se hanno dei dubbi o vogliono che controlli qualcosa, mi chiamano, mi mandano foto su whatsapp, vengono a farsi visitare, per evitare che una cosa di poco conto, trascurata, possa diventare un problema importante. Abbiamo tutti, me compreso, una certa idea da super eroe Marvel del medico, sostenuta dalle serie tv ER e Doctor House sicuramente.

In un bellissimo articolo su The New Yorker, si fa risalire l’inizio del mito della medicina interventistica e salvifica, alla fine della seconda guerra mondiale con una generazione di persone che per la prima volta hanno vissuto nell’ arco della loro vita l’introduzione degli antibiotici, la scoperta dei vaccini, i trapianti d’organo e le operazioni a cuore aperto. Su questo mito dell’intervento risolutore del medico sono stati messi in piedi i sistemi sanitari di molti paesi occidentali. Da qui alla medicina come “commodity” il passo è stato breve.

Solo oggi si incomincia a riflettere sul fatto che un farmaco può avere anche degli effetti collaterali, che la sostituzione di una valvola cardiaca deve essere seguita da controlli periodici e terapie accessorie che andranno continuamente messe a punto durante l’arco della vita del paziente; esistono delle condizioni mediche che purtroppo non prevedono una guarigione completa e duratura o anche solo una guarigione immediata per l’intervento risolutore di Dr. Miracle.

La medicina, e la società, moderne, si trovano di fronte a qualcosa per la quale non sono ancora preparate: la cronicità.

Incrementale vs Episodica

Anni fa ho incominciato ad occuparmi di aging a tutto campo, conseguendo un perfezionamento ed un master universitario di secondo livello in medicina e terapia estetica; non ho mai pensato che fosse qualcosa di diverso dalla mia pratica clinica condotta fino ad allora. Non c’è niente che rientri nella definizione di cronicità come l’invecchiamento; nell’occuparmene come medico, ho capito che non avevo fatto nient’altro in tutta la mia più che ventennale attività, e da sempre avevo esercitato la più efficace delle strategie: la prevenzione.

Prevenzione, e quella che viene chiamata medicina incrementale. Chi non vorrebbe veder scomparire un inestetismo dal giorno alla notte? Per questo nella mia clinica siamo fortunati ad avere la consulenza del chirurgo plastico Dr. Maurizio Gravili. I pazienti lo adorano, i risultati dei suoi interventi sono brillanti ed evidenti. Lo ammetto, sono un po’ geloso di questo approccio alle necessità dei pazienti. Non sempre le persone che mi chiedono di curarle, tornano a casa con la soluzione del loro problema lo stesso giorno in cui mi hanno consultato.

A volte è difficile far comprendere il valore della mia visione a lungo termine fatta di trattamenti incrementali che portano a risultati progressivi, come pure l’importanza della prevenzione. Eppure, sempre incrementalmente, passo dopo passo, le cose stanno cambiando: sosteniamo un check-up più o meno frequente con il monitoraggio quotidiano dell’ “internet of things”; semplici oggetti come la bilancia ed il misuratore della pressione sanguigna, vanno a compilare, senza alcuno sforzo da parte nostra, una cartella clinica digitale all’interno dell’ app Salute del nostro iPhone, dove troviamo il diario della nostra attività fisica, i passi e la distanza percorsa; le scarpe sono connesse, ci sono dispositivi da indossare che memorizzano le bracciate e le vasche nuotate, ci aiutano a fare un’ attività aerobica, ci dicono se dormiamo bene, quante calorie assumiamo e consumiamo. Il valore di queste informazioni, della prevenzione e dell’approccio incrementale, incomincia a fare breccia. Abbiamo ormai le prove scientifiche di quanto alti valori di glicemia, pressione, colesterolemia, peso, influiscano sulla salute e sulla qualità della vita a lungo termine.

Il cardiochirurgo che salva la vita con uno stent, la sostituzione di una valvola cardiaca o addirittura un trapianto è il super eroe di tutti noi; risolve l’ emergenza, i problemi non più rimandabili. La mano di Dio sulla terra. Con la prevenzione, ed una strategia medica incrementale, potremmo rimandare per molti anni o evitare quegli interventi chirurgici; sicuramente, nel 100% dei casi, saranno entrambe indispensabili subito dopo quella che potrei definire la medicina episodica. I risultati a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico sono direttamente proporzionali alla qualità della medicina incrementale che seguirà.

Panta Rei

Sapete quel vostro amico che periodicamente, parlando del più e del meno, vi dice quella frase, quelle due informazioni apparentemente colloquiali a cui poi vi ritrovate a pensare e ripensare? Uno dei miei amici di questa categoria si chiama Massimo Mastacchini. Massimo ha molti interessi e grandi competenze, potrebbe fare molti tipi diversi di lavoro ma ha scelto, fortunatamente per noi passeggeri, di essere un comandante di aviazione civile. Secondo voi, le compagnie aeree ( quelle serie ), basano la sicurezza dell’equipaggio e dei passeggeri, e quindi del loro business, su una strategia a breve termine ed episodica per cui, ad esempio, si aspetta che il motore si rompa per poi sostituirlo?

“Massimo, ma è vero che la vostra flotta aerea ha un’anzianità media molto elevata rispetto ai concorrenti?”

“Lo sai che… “ mi risponde lui con tono pacato, “… un aeroplano dopo un certo numero di anni non ha più quasi nessuna componente di quelle con cui è stato costruito?”

Ho pensato che volesse evitare la domanda. Ho capito solo dopo che eravamo sullo stesso aereo. Un aeroplano ha un programma di manutenzione molto
stringente: controlli programmati, sensori che segnalano anomalie, indicatori di ore-lavorate per diversi sistemi, sostituzioni scadenzate di componenti. Così come non ci si può mai bagnare nello stesso fiume, non si vola mai sullo stesso aereo. Prevenzione e cura incrementale mi permettono di decollare e poi atterrare sano e salvo senza che questo sia affidato al fato. E’ un sistema che ci garantisce nel 100% dei viaggi? No, a volte c’è bisogno dell’intervento del super
eroe: il comandante. Come tutti i super eroi, anche il pilota ha un’identità segreta. I suoi super poteri sono senz’altro misteriosi ma vengono alimentati da controlli, anche medici, aggiornamenti, simulatori, formazione continua o, meglio, incrementali.

L’eroismo della cura incrementale

L’autore dell’ articolo del The New Yorker intitolato “The Heroism of Incremental Care”, il Dr. Atul Gawande, specialista chirurgo, professore ad Harvard, ci ricorda che ci sono studi scientifici che dimostrano che:

  • nei paesi dove c’è una maggiore presenza di medici di base, sono più bassi i tassi di mortalità generale, infantile e da malattie cardiache o infarto;
  • a prescindere dallo stato di salute iniziale, le persone che si rivolgono abitualmente al loro medico generico hanno un tasso di mortalità a cinque anni più basso;
  • facilitando l’accesso al medico di base, diminuiscono i ricoveri;
  • nel Regno Unito è stato calcolato che aumentando del 10% la disponibilità di cure primarie, è stato ottenuto un miglioramento della salute pubblica paragonabile all’aumento dell’aspettativa di vita di 10 anni.

Lo vediamo nella vita di tutti i giorni, il politico ottiene un consenso immediato se fa realizzare un’opera pubblica ( uno stadio di calcio può essere considerato tale ? ), ma l’amministratore oculato sa che per il bene comune si deve prevedere la manutenzione ed il miglioramento incrementale della pista ciclabile, della strada, del parco.

Prevenzione Correzione Protezione

Nella mia pratica clinica mi occupo di smile design, progettare sorrisi funzionali ed esteticamente piacevoli come un architetto. Non potrei farlo se non conoscessi la storia della persona che sto curando, se non potessi portarla alle condizioni ideali che consentano questo miglioramento, se non avessi la sicurezza che quanto abbiamo progettato e realizzato non venisse costantemente monitorato e progressivamente mantenuto e migliorato. Può esserci un bel sorriso, con denti chiari e ben allineati, ma delle labbra troppo sottili, sempre disidratate, circondate da rughette, con la pelle del viso ispessita, spenta e grigia? La skin quality, l’aspetto e la salute della pelle, è importantissima; non c’è make-up che possa sostituirla. Fumare, il sole, l’inquinamento atmosferico, danneggiano anche la pelle, la salute e l’aspetto. La medicina estetica, con le sue tante metodiche correttive, è anche preventiva e protettiva. Quando otteniamo i migliori risultati nel contrastare l’invecchiamento e nel promuovere la salute e l’aspetto fisico? Lavorando sulle condizioni di salute generali, sulle abitudini di vita, sulla qualità dei trattamenti e cercando di costruire una relazione grazie alla quale tutti siano a loro agio nell’aspettare che gli effetti di quelle piccole cure incrementali, mini-invasive, si manifestino a breve, medio e lungo termine. Cos’è che veramente “funziona” contro l’aging? Nessuna delle cose che ho elencato. Solo TUTTE le cose INSIEME. Attendere ed avere pazienza sembra stridere quando si parla di contrasto all’invecchiamento una “malattia”cronica, che non può che peggiorare con il trascorrere del tempo. E’ così infatti, io non voglio star li con le mani in mano aspettando che non ci sia più altro da fare se non qualcosa di molto invasivo e con tempi di recupero lunghi. Vorrei che nel grafico della bellezza e della salute del mio paziente non ci fossero picchi in positivo (di breve durata), ed in negativo. Prevenire il problema (antiossidanti, neuromodulatori, microneedling), Correggere, con la medicina incrementale, il danno che può essersi comunque verificato (peeling, filler), Proteggere da ulteriori aggressioni (filtri solari).

Questo mi consente di poter dire, il più delle volte, che ho in mente un piano e sono pronto a modificarlo vivendo.